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Carlo Carrà lettera ad Attilio Alfieri, 7 maggio 1942, in occasione della personale alla Galleria Grandi di Milano

Caro Alfieri, Eccoti per la Galleria "P. Grandi", il mio breve giudizio sui tuoi "8 saggi". Lo faccio con vero piacere, conoscendoti tanto discreto da oltre dieci anni: solo ora mi chiedi un favore! È superfluo poi, ricordarti la mia particolare stima, fin dal tempo che scrivevo su L'Ambrosiano. I miei apprezzamenti erano sinceri, quando ti additavo tra i giovani ospitati alla "Permanente" come uno dei pochi, ricco di talento che non mi ha deluso fin'ora. Conferma migliore, sono certe tue Anticipazioni 1930-1934, conseguite poi da alcuni giovanissimi. Questi "8 pezzi", eccetto alcuni, non avresti potuto esporli alla "Permanente" e in altre Mostre Ufficiali. Perché questi cartelloni (tali sono considerati dalla Ufficialità) avrebbero provocato uno scandalo: l'urto, l'effetto di cose "fieristiche". In verità, il suo ambiente adatto (intanto che la profezia di Sironi, si avveri: "fra vent'anni saranno considerati dei capolavori"), è, dove sono stati concepiti nella prima "Triennale" milanese, e nelle varie Mostre "Campionarie" o "Vetrinistiche". Questo risultato non comune, non alla portata di tutti, lo devi alla tua lunga esperienza di decoratore in genere: affreschista, vetrinista, nonché cartellonista. Tale tua attività ti ha permesso un uso agevole svariato dei propri mezzi materiali: dalla fotografia al colore, dalla calce alla sabbia, dalla polvere di marmo ai pigmenti e ritrovati, rendendoli duttili al tuo estro inventivo: bene amalgamati assumono un tutto espressivo nella forma e colore, trascendendo perfino il mestiere e quel certo inevitabile eclettismo, in virtù della tua emozione poetica sempre presente, della tua facoltà immaginativa creatrice. Ed è tale, che sorprese non pochi, quando la scoprirono molti anni orsono in quei tuoi saggi, esposti lungo il corridoio della Triennale milanese. Esclamammo: "Quell'omettino tutto nervi! Umile, mite... Una promessa cena della giovane arte italiana. Una grande promessa. Ma il suo sviluppo è imprevedibile se non si organizzerà culturalmente in gruppo". "Una rondine non fa primavera". Rifletti caro Alfieri. Tanti auguri. Ne hai bisogno.