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Raffaello Giolli lettera ad Attilio Alfieri, in ricordo del mio esilio, Vaciago, gennaio 1942, catalogo mostra personale alla Galleria Genova, Genova 1942

Caro Alfieri, tu mi chiedi due righe di presentazione per la tua mostra antologica alla "Galleria Genova". È un compito alquanto arduo trattare la tua "Arte fuori moda" pur viva, attuale; trattare il tuo uomo interno tanto dissimile dai tuoi già celebri colleghi ben organizzati in gruppi che tu, per timidezza "scantoni da ogni incontro" come affermò il nostro caro immortale Persico. Tu sai che non mi è materialmente possibile, qui confinato, vedere la tua ultima produzione. Ma ciò che mi è rimasto nel cuore di te, Artista-Uomo, umile-coraggioso, raro incontro in tanta dissolutezza odierna, mi limiterò dire con l'augurio sincero. Sulla sua vita contrastata di Pittore come accettata in una com-posta, rassegnata umiltà, grava sul peso di quelle forzate diuturne rinunce a "pittare di fino" nella disperata conquista di una esperienza intensa. Benché il Suo lavoro non sia continuo, come lo dimostra quel grande scarto di tempo da un'opera all'altra e quel variare di mezzi, Egli appartato dai vari gruppi, riesce tuttavia a distinguersi, non con minore efficacia dei migliori che oppongono il loro fresco ideale artistico alla retorica celebrativa del '900. Pittore genuino tanto che si direbbe ignori l'esistenza della Cultura d'oltre Alpe, così cara alla gioventù d'oggi, in cerca di formule e schemi. Egli elabora il suo linguaggio, la forma, con una volontà ostinata che è caratteristica dell'antico artigiano, come fissare il modello scelto per necessità interiore. La mia Soffitta, Baraggia il Modello, Paesaggio Adriatico, L'Adolescente, Fanciulla Pensosa, L'uomo stanco del periodo 1930, 1931, 1933, Ambiente strano 1934 e alcune inedite stupende nature morte e composizioni d'ispirazione astratta 1930-40, sono un valido esempio, dell'Arte e della insita polemica del pittore Alfieri, già apprezzata da alcuni giovani colleghi. Un'arte genuina che, nel tempo, diverrà sostanza umana, voce commovente, duratura perché radicata nella vita del dolore. Semplici i suoi mezzi espressivi - direi balbettati, artigianali - divengono poi linguaggio esplicito in più fortunati, appartenenti ai vari gruppi. Asserire ciò, senza un attento esame, potrebbe essere azzardato in tempi di consuete "mode estetiche", la cui cagione di tanta confusione renderebbe arbitrario un giudizio definitivo, come l'affermare che Ambiente strano dell'Alfieri, opera del 1934 e recentemente premiata al 3° "Premio Bergamo 1942", è pura, rispetto alla importantissima, ai fini di una utilità polemica, quale la clamorosa Crocifissione del Guttuso; convenzionale, d'impostazione e colore che ricorda un poco Cagli. Quindi anche le citate opere dell'Alfieri, tra le poche dei migliori artisti d'oggi, per quella presenza attiva di linguaggio interiore, saranno indicative per l'indagine dello storico di un domani, e rivendicheranno, all'Artista buono-sfortunato, il merito sia notevole o modesto di aver contribuito anch'egli al rinnovamento dell'Arte Italiana. Raffaello Giolli P.S. - L'augurio particolare per le otto espressioni pittoriche ? pannelli - ove si rivela il tuo estro inventivo: la tua seconda Natura di Artista che, pur indulgente verso un'attività artigianale, la svolgi intelligentemente. Una lode al caro coraggioso S. Cairola che ti ospita le otto espressioni pittoriche. Salutami la famiglia Cento, l'avv. Capocaccia ecc