Disegni e collage 1930-1953
Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 4 marzo - 8 aprile 1979
A. Caggiano, Una sintesi di Alfieri, in “Il Resto del Carlino, Bologna, 15 marzo 1979.
Ha scritto Renato Barilli in una recente monografia su Attilio Alfieri (Barilli - Gualdoni, Collages e disegni 1932-53, Bora, Bologna) che «si potrebbe rimpiangere che all'artista sia rimasto troppo tempo da dedicare alla pittura pura». E la controprova di questa affermazione sta, appunto, nella rassegna di disegni, tempere, schizzi, progetti e collages che Alfieri espone nella sala «B. Tisi» del palazzo dei Diamanti. Risalendo alcuni di questi lavori agli anni '30 e continuando per oltre un trentennio (l'artista è nato nel 1904 a Loreto ma vive e lavora a Milano dal '25) si ha modo di avvertire con quanta felice applicabilità, a latere della pittura tradizionale, egli riesca a scoprire e valorizzare la quotidianità anche tramite gli strumenti e il metro delle tecniche più avanzate. Costruzioni non appiattite anche nell'informale; nessun malessere esistenziale ed anzi un certo senso della misura nelle stesse formulazioni cerebralizzate; la prevalenza del messaggio: sono sue peculiarità che chiaramente emergono in questi lavori e dove si nota, altresì, l'anticipo dei surrealisti e dei «pop» senza, peraltro, che simili orientamenti prevalgano. Svagando lungo i binari dell’astratto, del cubismo, del polimaterismo,
Alfieri non suggella, però, alcun dettato fisso e, in sintonia con una ricerca, nella quale si è avvalso certo del realismo sociale di «Corrente», sigla, di volta in volta, ciò che si identifica con la interpretazione del reale mutabile. Per sensibilizzarlo agli occhi stessi della gente che guarda e vive in quel modo.
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Si notino, in proposito, l'omaggio a Mondrian; i pannelli (significativo quello con tempera e collage per la IX fiera del Levante di Bari); i manifesti; le aerografie. L'analisi della realtà immutabile è letta, graficamente e strutturalmente, attraverso il recupero di tutti gli elementi, anche pubblicitari, e se trasformati in immagini e segni, ne inquadrano l'organica morfologia bio-psichica. Un fatto istintivo per Alfieri che si traduce nella capacità di calamitare, al momento giusto, l’impressione che (corale o singola) è sempre la «sintesi» del momento.
D. Villani - Il grande successo della mostra di Attilio Alfieri Collages e disegni 1932-53
P. Fiori - Alfieri al Palazzo dei Diamanti, Ferrara